Il secondo titolo che analizzerò quest’oggi è Azimut
i cui prezzi, caratterizzati da un andamento ribassista di medio periodo,
stanno esercitando un’interessante pressione sul supporto statico di area 18€.
Anche in questo caso, come nella precedente analisi sul titolo Fiat, è una
bearish belt hold line a dettare l’andamento di medio periodo ed è emblematico
osservare come, nell’arco di un bimestre, i prezzi per azione di Azimut abbiano
registrato una riduzione di oltre 7€, in termini assoluti. Qualche tentativo di
ripresa si è palesato nella prima metà di giugno ma la barriera tecnica e
statica di area 21€, ha posto un veto alle flebili intenzioni rialziste del
mercato, riportando così i prezzi del titolo sui minimi relativi. Minimi che
fino a qualche trimestre fa, coincidevano con i massimi storici del titolo;
massimi sui quali, nel periodo a cavallo tra ottobre e dicembre 2013, Azimut ha
sostato per parecchio tempo prima di innescare un rally rialzista che ha
sancito il raggiungimento dei massimi correnti storici, in area 25,80€. Ciò per
evidenziare l’importanza del livello tecnico corrente che, se in passato è
stato impiegato per arginare la pressione rialzista, in queste ultime settimane
il suo compito (ingrato) è quello di arrestare una pressione ribassista che
ormai, da oltre un trimestre, sembra non voler dar tregua a quanti – malgrado tutto
– abbiano ancora una visione long sul titolo.
Analisi tecnica
In accordo con l’introduzione e con l’andamento di
medio periodo del titolo Azimut, il cui quadro tecnico sottostante è illuminato
per mezzo di candele settimanali cumulate, è più che ragionevole disegnare una prosecuzione
ribassista, a scapito di evidenti segnali reversal. Mi spiego meglio; nelle
recenti settimane il titolo Azimut (come evidenziato dall’impaction test) ha
delineato una sostanziale compressione in area bottom ,desumibile per mezzo di
un’alternanza di spinning top e doji line. Ciò significa che il titolo è
soggetto non solo ad un’ adirezionalità di breve, ma anche ad una fase di
indecisione tale da disegnare dei trading range davvero compressi. Il tutto
inoltre si delinea al di sotto di una barriera dinamica discendente di medio
periodo la quale funge in maniera impeccabile da spartiacque tra le forza bearish
in campo e le forza bullish che potrebbero subentrare qualora il ribasso di
periodo in corso, venga trasformato in un avvincente tentativo di rally. Occhio
e croce sopra i 20€ sarebbe consigliabile chiudere gli short e sopra i 22€
cominciare a valutare un’esposizione rialzista sul titolo ma, al momento, mi
preme sottolineare che una rottura di area 18€ innescherebbe un’interessante
sell – off il cui margine operativo avrebbe come dead line (almeno) area 16,90€.
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