Aeroporto di Bologna: un decollo verticale ad alta prospettiva
Sogno o son desto?
Partiamo dal 15 Luglio 2016, giorno in cui la matricola Aeroporti di Bologna fa il suo sbarco a Piazza Affari a 4,50 Euro per azione; una giornata spumeggiante che lo scalo emiliano chiude a 5,95 Euro con quasi 2,7 milioni di titoli scambiati.
Un autentico boom inaspettato?
Pochi sono i parametri, per un sano confronto, da tenere in considerazione. Prendendo in esame i risultati all’epoca dell’IPO (cioè quelli del 2014) e il valore di collocamento delle azioni il rapporto tra prezzo e utile netto risulta pari a 23,6.
Il rapporto tra Enterpise Value (valore dato dalla somma tra capitalizzazione e indebitamento stimato al termine dell’operazione di collocamento) e margine operativo lordo sempre relativo all’esercizio 2014 si attestava a 7. Il rapporto tra EV/Ebit si fermava a 12.
Nel prospetto informativo dell’Ipo, i vertici dello scalo emiliano hanno confrontato questi numeri con i multipli calcolati per alcuni gruppi internazionali attivi nel settore aeroporti, il p/e di queste società era compreso tra i 22,1 e i 30,1 mentre il rapporto tra Ev/Ebit oscilla da un minimo di 8.4 ad un massimo di 13,5. Tra le società prese in esame spicca SAVE, società che gestisce gli scali aeroportuali di Venezia e Treviso ( e di Charleroi in Belgio) , che vanta un P/E di 23,9 e un rapporto Ev/Ebit pari a 11,7.
Ora la forte rivalutazione delle quotazioni azionarie ha certamente colmato il divario minimo creatosi sui fondamentali; quali allora le ragioni di un’autentica esplosione delle quotazioni fino ai 16,93 attuali?
La realtà dei fatti
Nel dettaglio il piano di ampliamento dello scalo aeroportuale felsineo è molto ambizioso e, oltre al collegamento metropolitano fra Stazione e Aeroporto, mira ad una serie di interventi capillari che puntano al raggiungimento nel breve dei 10milioni di passeggeri annui.
Una stagione di successi
Conclusioni: avanti, ma con estrema prudenza!
Nel settembre 2016 Atlantia, società che gestisce le autostrade italiane, sottoscrive con il Fondo Amber un accordo per l’acquisto del 21,3% di SAVE (società che gestisce gli scali veneziani) al prezzo fissato di Euro 14,75 per azione.
Atlantia controlla direttamente anche la società Aeroporti di Roma.
Il forte rastrellamento azionario degli ultimi tempi delle azioni dello scalo bolognese è per lo meno sospetto, quindi, ed esula in parte da motivazioni naturali/fondamentali per sottolineare il forte ampliamento del Marconi.
Si fa strada addirittura un’ipotesi, nient’affatto remota, che vede Aeroporti di Bologna inserire il neonato Aeroporto Ridolfi di Forlì come seconda pista creando un circuito aeroportuale che troverebbe una favorevole valvola di autoalimentazione nel settore turismo della Costa Romagnola.
Ecco quindi che la partita a scacchi per la conquista dello scalo bolognese assume toni speculari molto precisi, e forse la quota del Fondo Amber può essere ceduta a chi nel frattempo sta accumulando in borsa in maniera fin troppo chiara.
Analista Finanziario
R. Spinelli